La lotta contro la guerra e l’industria bellica non si arresta
Sabato pomeriggio a Palermo si è svolta una nutrita e combattiva manifestazione degli antimilitaristi che da mesi scendono in piazza contro tutte le guerre fra stati capitalisti e contro l’industria bellica italiana che per profitto capitalista lucra sulle guerre, sulle stragi di innocenti, sulle distruzioni.
Diverse centinaia di manifestanti hanno chiesto a gran voce la liberazione degli attivisti antimilitaristi del movimento ANTUDO di Palermo e Messina che giovedì 20 mattina sono stati raggiunti da provvedimenti di restrizione della libertà individuale, con accuse di atto terroristico e istigazione a delinquere per aver diffuso un video di un’iniziativa simbolica di protesta avvenuta alla sede della dell’industria bellica Leonardo SPA di Palermo nel novembre 2022.
Un teorema giudiziario con i piedi d’argilla basato sulla diffusione di un video. Un attacco duro e preciso anche contro la libertà di informazione.
Ma è palese a tutti che la repressione giudiziaria contro gli attivisti di ANTUDO è scaturita perché hanno avuto la colpa di evidenziare come la Leonardo spa sia coinvolta pesantemente nelle politiche di guerra.
Non sembra casuale che queste misure restrittive arrivino proprio in un periodo in cui a causa delle proteste contro la guerra e il genocidio in atto a Gaza, la Leonardo spa è divenuta obiettivo di manifestazioni, presidi, petizioni per denunciarne i profitti miliardari sulle tecnologie militari prodotte da un’industria controllata dallo Stato italiano.
La manifestazione ha denunciato pubblicamente la strategia governativa che mira a reprimere le proteste che si stanno sviluppando contro la guerra e l’industria bellica, proteste che vanno represse anche tramite la privazione della libertà di chi si oppone alle scelte guerrafondaie dello stato italiano e della Nato.
Il corteo partito da piazza Bellini si è snodato nel centro storico di Palermo, lungo via Maqueda, per concludersi dinnanzi al teatro Massimo con un microfono aperto. Tantissimi giovani, tante rappresentanze presenti: da ANTUDO, all’AssembleaNoGuerra di Palermo, ai sindacati di base COBAS e SlaiCobas SC, ai centri sociali. Tante bandiere con i colori palestinesi, rosse, rosse e nere, NoMuos hanno colorato il corteo dando un segno di continuità allo schieramento che coerentemente si oppone alla guerra fra Stati nazione e esprimendo una netta e chiara solidarietà agli attivisti antimilitaristi e antifascisti privati della libertà.
La lotta contro l’industria bellica non si arresta, anzi prende ancora più sviluppo e intensità con l’obiettivo della riconversione in industria di pace della Leonardo spa della Guadagna e il suo conseguente smantellamento da fabbrica di morte, fabbrica che è direttamente interessata nella produzione di sistemi elettronici per armi di guerra usati sugli attuali teatri bellici in Ucraina, in Medio Oriente e nel mar Rosso.
Il tentativo di colpire il movimento NoGuerra colpendo gli attivisti di ANTUDO ha quindi generato una reazione contraria che rilancia la lotta contro la militarizzazione e la guerra. Questo dimostrano le centinaia di manifestati che in meno di 48 ore dall’emissione dei decreti che privano i tre attivisti antimilitaristi della libertà, sono scese in piazza denunciando il genocidio in atto nella striscia di Gaza e il sempre maggiore coinvolgimento del nostro Paese in pericolosissime avventure militari.
Sabotare la guerra, disertare gli eserciti, combattere la militarizzazione delle città, scuole e università, libertà per tutti gli antimilitaristi e gli antifascisti privati della libertà, sono state le parole d’ordine scandite da tutto il corteo.
Renato Franzitta